Dubai, negli anni, è diventata un hub per chi vuole uscire dall’Europa e affrontare nuovi mercati, un luogo privilegiato per capire tendenze, consumi e anche in quale direzione stia andando il mondo. Nasce da qui Dubai Start, società e concept creati da Nicola Simoneschi, oltre 20 anni di esperienza al servizio di startup e di piccole e medie imprese, e Marco Boidi, commercialista e fiscalista. Il loro obiettivo? Supportare le aziende o i singoli individui che vogliano avviare un nuovo business ed esplorare nuove prospettive, senza perdere tempo né denaro.
Acceleratore, coaching, consulenza strategica, poco importa la definizione che si voglia dare a Dubai Start, ciò che conta sono i risultati: “a Dubai e da Dubai – come ci spiega Nicola Simoneschi – puoi capire chi siano gli attuali consumatori del mondo, quali i settori trainanti del mercato. Qui vediamo il futuro e da qui riusciamo a dare le migliori idee alle aziende e ai nostri clienti”.
Nicola, perché investire o aprire un business a Dubai?
Perché Dubai è ormai un hub per chi vuole uscire dall’Europa e affacciarsi ad altri mercati. Venendo a Dubai, grazie anche alle numerose fiere, hai la possibilità di incontrare persone e realtà che a Milano, Zurigo o Londra non incontri. E poi da qui uno si fa l’idea di che cosa sia il vero mercato. In questo senso Dubai è anche un test, oltre ad essere un esempio, fuori dall’Europa, dove se uno ha ingegno e trova il finanziamento giusto può ancora avere successo. Insomma, Dubai è un posto dove chi ha idee e coraggio deve esserci.
Che cosa offre Dubai Start?
Dubai Start parte da esigenze reali: trovare soluzioni immediate per le aziende, che abbiano una delimitazione temporale e che siano chiare e trasparenti, anche nei prezzi. Abbiamo visto tanta gente, tanti professionisti, che alla fine hanno perso tempo, non hanno trovato soluzioni o, peggio, hanno fatto passi falsi e speso molti soldi inutilmente. Noi abbiamo cercato, dall’esperienza, di creare un nuovo modello di consulenza. Stare a Dubai vuole dire lavorare in modo indipendente e soprattutto ai massimi livelli. Noi serviamo anche aziende che magari non verranno mai negli Emirati, forse andranno in Cina o rimarranno in Italia, ma con la visione privilegiata sul mercato che abbiamo da qui, possiamo garantire un servizio e una consulenza di alto livello, perché siamo a contatto ogni giorno con una economia liberale, dove chi ha una idea può svilupparla e può partire immediatamente.
Un esempio concreto di alcuni dei vostri servizi?
Il servizio principale che offriamo è quello che si chiama “Start” appunto e che serve come primo step all’azienda che, per vari motivi, vuole apparire in un certo mercato, in questo caso Dubai. Un primo passo, veloce ed immediato, per affacciarsi sul mercato e capire come proseguire. Da qui parte tutto il resto, ovvero la costruzione di una strategia per ogni singola azienda, settore, necessità. L’obiettivo è che l’azienda che ci interpella segua una strada che gli permetterà di avere successo. Altri consulenti magari hanno un approccio più classico, più antico: noi cerchiamo di darti solo quello di cui tu hai bisogno. Ci tengo a sottolineare che all’interno dei servizi che abbiamo creato e sviluppato per i nostri clienti, abbiamo evitato il pacchetto di business development: non siamo una società che fa business development, ma aiutiamo le aziende a strutturarsi, nell’organizzazione e nelle conoscenze, per riuscire a creare le premesse per fare un business che funzioni.
Quali sono i settori sui quali sta investendo Dubai in questo momento?
Dopo avere investito nelle infrastrutture per creare una macchina per il turismo e per le fiere, ora Dubai sta investendo molto nel settore ospedaliero, per sviluppare il cosiddetto Medical Tourism. Poi c’è il settore immobiliare, quindi chi ha la forza di rimanere qua potrà vedere una città in espansione per i prossimi 3-4 anni: chi si occupa di interior potrebbe valutare di aprire a Dubai una azienda che faccia design italiano, ma a costi locali. E poi c’è tutto il campo della tecnologia, quindi Blockchain e FinTech, settori dove l’Europa, per vari motivi, sta procedendo più lentamente. Ed è qui che bisogna fare attenzione: le aziende europee rischiano di rimanere indietro e quelle italiane ancora di più.
Qual è, secondo lei, il maggior limite delle aziende italiane?
Occorre essere molto flessibili, sia nel prodotto che si va ad offrire che nel prezzo, flessibilità che le aziende italiane non hanno. E per essere concorrenziali bisogna sapere esattamente da che parte va il mondo: qui a Dubai siamo liberi di pensare, sviluppare, testare, studiare. Tutti elementi che permettono ad una azienda, italiana od europea, di essere fiduciosa e di trovare nuovi sviluppi, nuovi sbocchi.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Stiamo allestendo lo stesso tipo di approccio e servizi sia a Shangai, per noi esempio di città moderna che sta andando oltre le aspettative, sia a Singapore, un altro importante hub per l’Asia, e stiamo studiando di entrare anche nel mercato russo, a Mosca. L’idea è quella di andare laddove ci siano mercati importanti o mercati inesplorati.
Per maggiori informazioni:
Tel. +971 04 319 7845
E-mail info@dubaistart.com
42nd floor, Emirates Towers, Sheikh Zayed Road, Dubai
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Elisabetta Norzi arriva a Dubai nel 2008. Nata e cresciuta a Torino, dopo una laurea in Lettere Moderne si trasferisce a Bologna per un master di specializzazione in giornalismo. Qui conosce la realtà dell’associazionismo emiliano e decide di occuparsi di tematiche sociali. Entra nella redazione dell’agenzia di stampa Redattore Sociale, collabora per il Segretariato Sociale della Rai e per il gruppo Espresso-Repubblica. Giramondo per passione, comincia a scrivere reportage come freelance con un servizio sulla Birmania durante la “rivoluzione zafferano”, ripreso dalle principali testate e televisioni italiane. Dopo diversi anni come corrispondente da Dubai (Peacereporter, Linkiesta), fonda Dubaitaly.