L’attesissimo Zayed National Museum, progetto dello studio di architettura di Norman Foster, aprirà le sue porte al pubblico nel 2021. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il Dipartimento della Cultura e del Turismo di Abu Dhabi che ha confermato come i lavori di costruzione del museo nazionale siano ripresi a pieni ritmi, dopo i ritardi degli scorsi anni.
Nel video diffuso dal Dipartimento (che potete trovare qui), si vede l’avanzamento del cantiere: il museo sorgerà non lontano dal Louvre di Abu Dhabi, che ha appena festeggiato i due anni dalla sua apertura con 2 milioni di visitatori, sull’isola di Saadyat che, sotto il nome di Cultural District, ospiterà anche il Guggenheim, progetto di un altro grande nome dell’architettura mondiale, Frank Gary, i cui lavori non sono però ancora cominciati, oltre ad un centro per le arti dello spettacolo in quella che vorrebbe diventare l’oasi artistica più grande del mondo.
Su una superficie di 44.000 metri quadrati, lo Zayed Museum ripercorrerà la storia del padre fondatore degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Zayed Bin Sultan Al Nahyan, in un viaggio attraverso la storia della regione.
L’edificio, che si ispira alle piume di un falco, uno dei simboli degli Emirati, sarà composto da cinque torri in acciaio e vetro, ed è progettato per ridurre al minimo il consumo di energia, con un sistema di ventilazione e illuminazione naturali, pannelli fotovoltaici e tecnologia di scambio termico.
Che cosa vedremo in esposizione? Sicuramente la perla naturale più antica del mondo, che risale al 5800 a.C, ritrovata lo scorso anno in una casa neolitica sull’isola di Marawah, al largo di Abu Dhabi, un prezioso collier con 1888 perle, regalo dello Sceicco Zayed alla famosa cantante egiziana Umm Kulthum, gli oggetti appartenuti allo Sceicco e prestiti dai principali musei del mondo.
L’allestimento, che ci accompagnerà attraverso otto gallerie tematiche, sotto la consulenza del British Museum, oltre alla storia del Paese riprenderà i diversi aspetti della cultura emiratina: dalla falconeria alla fede religiosa, passando per la natura, le tradizioni del deserto e la scienza.

Elisabetta Norzi arriva a Dubai nel 2008. Nata e cresciuta a Torino, dopo una laurea in Lettere Moderne si trasferisce a Bologna per un master di specializzazione in giornalismo. Qui conosce la realtà dell’associazionismo emiliano e decide di occuparsi di tematiche sociali. Entra nella redazione dell’agenzia di stampa Redattore Sociale, collabora per il Segretariato Sociale della Rai e per il gruppo Espresso-Repubblica. Giramondo per passione, comincia a scrivere reportage come freelance con un servizio sulla Birmania durante la “rivoluzione zafferano”, ripreso dalle principali testate e televisioni italiane. Dopo diversi anni come corrispondente da Dubai (Peacereporter, Linkiesta), fonda Dubaitaly.