“C’era una volta il sabato sera all’Arts Club, un luogo affollato di scrittori e artisti che si ritrovavano per rilassarsi dopo il lavoro”
Al 40 di Dover Street, nel quartiere Mayfair, una caratteristica townhouse del XVIII secolo ospita il salotto per eccellenza di Londra e cuore culturale pulsante della città. La sua istituzione risale al 1863, quando Charles Dickens, il suo ideatore immaginò un luogo di aggregazione per coloro interessati al mondo dell’arte, della letteratura, della scienza.
A quei tempi, a condividere l’atmosfera sofisticata del club oggi dal sapore retrò, erano figure di spicco nel campo artistico come Millais, Whistler, Kipling, Monet, Rodin, Degas e Turgenev. L’Arts Club, centro della scena letteraria della Londra vittoriana, come ogni club d’élite che si rispetti è stato, sin dalla sua fondazione, oggetto di indiscrezioni e scandali, primo tra tutti l’abbandono di Dickens del Garrick, un altro club per gentiluomini londinesi fondato nel 1831, per via di una lite con l’autore di Vanity Fair William Makepeace Thackeray.
Pareti rivestite di cashmere, un bar di ostriche e una collezione d’arte da 3 milioni di sterline deliziavano la vista ed il palato degli esponenti dell’alta borghesia inglese. Per far parte del club, poi, una membership da 1.500 sterline all’anno, più un’ulteriore quota di 2.000.
Il club, sopravvissuto ai bombardamenti di ben due guerre mondiali ed interamente ristrutturato nel 2011 continua a rappresentare un hub per mecenati creativi e imprenditoriali che negli ampi salotti scambiano idee e partecipano ad eventi relativi al mondo della moda, del cinema, della letteratura, della musica e della fotografia così come della scienza e del teatro.
La collezione d’arte del Club costituisce il fiore all’occhiello del prestigioso circolo, evidenziando le tendenze internazionali oltre a mantenere un focus sugli artisti con sede in Gran Bretagna. Quella permanente comprende opere di Tomas Saraceno, John Baldessari e John Stezaker, che si affiancano sia alla collezione storica del Club sia a una serie di mostre temporanee ospitate durante l’anno.
Ad oggi tra i club letterari di maggiore spicco: il Cercle de l’Union interalliée di Parigi, l’Arts and Letters Club di Toronto, il St. Botolph e l’Algonquin Club di Boston, il Cosmos Club a Washington DC, l’Arts Club di Chicago, il National Arts Club e il Salmagundi Club di New York ed infine, L’Arts Club Dubai.
Il circolo creato nel 2020 ed ispirato a quello londinese di cui sposa visione ed interessi, si prefigge di offrire ai suoi membri “una casa lontano da casa”: un santuario del comfort, dell’ospitalità e dell’eleganza all’interno di ambienti conviviali o di spazi più intimi a seconda delle diverse esigenze.
Disposto su quattro piani e dalla superficie di 6.000 metri quadrati, l’Arts Club di Dubai accoglie spazi per riunioni e sale da pranzo private, cinque lounge, tre ristoranti (tra cui la tanto amata Brasserie di Londra) una biblioteca, una terrazza sul tetto, una discoteca, una cigar lounge, e uno spazio eventi. Dimorestudio, lo studio di design milanese, è stato incaricato di progettare gli interni del club.
Ogni spazio attinge ad una tavolozza di colori ricca e sofisticata, espressa con trame forti e motivi giocosi, risultando in un’estetica complessiva di design contemporaneo e classico allo stesso tempo. Una collezione unica di mobili e illuminazione art-deco dà, poi, un tocco di decadente eleganza ai saloni impreziositi da sontuosi tessuti. Il tutto in netto contrasto con il rooftop di 2.135 metri quadrati, vista Burj Khalifa, che ospita la discoteca.
Il fitto programma dell’Arts Club di Dubai comprende conferenze, degustazioni, mostre, workshop e tavole rotonde.
A distanza di quasi un secolo il concetto di Club letterario riconquista il suo posto nel cuore della vita culturale contemporanea delle odierne metropoli.

Responsabile Editoriale Dubaitaly, content e copywriter.