Galleria Continua, ad oggi tra le principali gallerie d’arte contemporanea, è la storia di tre amici e di un’aspirazione, quella di coinvolgere un pubblico sempre più ampio nel mondo dell’arte.
Ma l’iniziativa è anche la storia di un luogo inaspettato e senza tempo: San Gimignano.
Nel 1990, in un ex cinema del piccolo borgo toscano, scelto come prima location, Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo danno vita ad un concetto di galleria d’arte orientato alla creazione di un dialogo tra geografie diverse e distanti. Un concept nato, dunque, con l’intento di rivolgersi al mondo intero e superare, attraverso la condivisione dell’arte, distanze territoriali e culturali.
Di qui l’apertura della galleria presso Pechino e Parigi e poi, nel 2015, a La Havana e poi ancora a Roma e a San Paolo.
Ora Galleria Continua ha annunciato l’estensione del suo programma espositivo a Dubai, confermando con la mostra New Wave il proprio inserimento nel panorama artistico della regione.
Una mostra collettiva, quella inaugurata presso l’iconico Burj Al Arab, rappresentativa di un ampio numero di artisti di diversa provenienza, uniti e allo stesso tempo divisi dall’Acqua, motivo conduttore della mostra ed in armonia con il design interno del famoso hotel di Dubai, ispirato ai quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco.
Il tema di New Wave si connette così alla storia dello spazio che ne ospita le esposizioni così come alla sua struttura: un edificio dalle ampie vetrate affacciate sul Golfo Persico, mare che al tempo unisce ed allontana.
Ad accogliere gli ospiti all’interno dello spazio dedicato alla mostra New Wave, l’installazione Waterbones dell’artista italiano Loris Cecchini, posizionata al centro della galleria ed attorno alla quale sembrano orbitare le altre opere. La struttura in acciaio, rappresentativa di tante particelle d’acqua, gioca ed interagisce con l’ambiente circostante catturando immediatamente la curiosità del visitatore.
Come elemento in continuo mutamento l’acqua è rappresentata anche nella serie di disegni dell’artista Serse, che tramite giochi di luce ed ombre ne delinea le diverse increspature; oppure come pericolosa compagna di viaggio per i rifugiati in cerca di asilo nell’opera del camerunese Pascale Marthine Tayou, che utilizza migliaia di biglie per ricreare onde fluttuanti; e poi ancora nell’allegoria del cubano Yoan Capote, che dipinge il mare come frontiera ideologica in ricordo dell’esperienza di coloro che tentano di attraversare a nuoto l’oceano verso gli Stati Uniti. Acqua, infine, che rivela e nasconde nell’opera di Anish Kapoor, che sfida la capacità dello spettatore di immaginare l’oggetto mentre lo si guarda.
In questo spettacolo di cui l’acqua è protagonista, le opere rappresentano il Mar Mediterraneo, il Musandam al largo della costa dell’Oman ed il Bacino di Arcachon nel punto in cui si incontra con l’Oceano Atlantico, luogo dominato dalla Dune du Pilat, nel sud ovest della Francia.
New Wave riesce, dunque, nel suo intento: creare un’identità forte capace di sviluppare l’interesse del pubblico ed al contempo creare ponti, fatti di arte, tra geografie e popoli distanti tra loro.

Responsabile Editoriale Dubaitaly, content e copywriter.