Un 4×4 alla scoperta dell’Oman

da Dic 7, 2021City Guide, Culture, Highlights, News

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Dimenticate i vertiginosi grattacieli di Dubai, le luci che trasformano la notte in pieno giorno, l’architettura avanguardistica, le spianate deserte ed armatevi di un 4×4 perchè l’Oman nasconde le sue perle più belle tra strade sterrate e di montagna. 

Quasi alla frontiera con il piccolo sultanato, dune di sabbia rossa fanno spazio alle rocce dei monti Hajar che iniziano a moltiplicarsi a perdita d’occhio. Uno scenario lunare che cambia nuovamente nei pressi di Muscat, custodita nella conca delle sue montagne, ma con lo sguardo rivolto verso il mare aperto su cui precipita.

Muscat view

Muscat view

 

Un luogo dove lo sviluppo è andato di pari passo con la capacità di preservare tradizioni e territorio, con i suoi saliscendi che ogni volta lasciano scoprire, scorci naturalistici ed architettonici diversi. Muscat è blu come l’Oceano Indiano che ne bagna le rive, bianca come gli agglomerati di case basse ed ordinate che la compongono e colorata come i viali di ibiscus, bouganville, gelsomini e frangipane che la attraversano. Cattura poi il silenzio, affatto desolante ma riposante, da cui è circondata persino tra gli stretti vicoli del suq, così come la sensazione che non la si abbia mai visitata a fondo e che vi sia tanto altro ancora da scoprire.

Fins Beach

Fins Beach

 

A tre ore di macchina da Muscat si raggiunge Fins Beach, una baia frastagliata creata da ampie scogliere a picco sul mare che nell’ora del tramonto regalano uno spettacolo di luci riflesse mozzafiato. Accamparsi per la notte a Fins Beach significa addormentarsi con il rumore delle onde nelle orecchie e risvegliarsi ammirando il sole dai toni rosati che lentamente emerge dal mare. 

Wadi Bin Khlaid

Tappa omanita obbligatoria sono i wadi: profondi avvallamenti tra le rocce all’interno dei quali scorre l’acqua che crea, così, vere e proprie oasi. Presso Wadi Bani Khalid una spettacolare dolina preceduta da rigogliosi palmeti si apre sull’acqua verdissima incastonata tra massi bianche e percorsi acciottolati. Il breve tragitto a piedi che conduce al wadi alterna di continuo cascatelle e piscine naturali di acqua dolce incastrate tra le rocce sovrastanti la vallata. 

Il viaggio in Oman è alla portata di tutti, ma ai più intraprendenti offre, proprio in virtù della sua bellezza, l’opportunità di non dover fare programmi: lungo la strada che congiunge Wadi Bani Khalid a Nizwa è infatti facile accamparsi e godere di splendidi paesaggi e spianate rocciose avvolte da cieli di stelle e nebulose. 

Ma è a Nizwa, più che a Muscat, che l’Oman si rivela realmente ai suoi viaggiatori. L’antica capitale, a 140 chilometri da quella odierna, presenta un’architettura per lo più a scopo difensivo che trova massima espressione nei forti e nelle muraglie da cui si respira tutto il lascito del passato. 

Un tempo centro dell’istruzione e dell’arte e da sempre fiorente grazie al commercio di datteri. Il fascino peculiare della città di Nizwa è stato narrato da viaggiatori ed esploratori come Ibn Battuta e più in là nel tempo da Philip Ward e Wilfred Thesiger, ma anche da mercanti, commercianti e luogotenenti inglesi, geografi e storici, così come dall’architetto italiano Enrico D’Enrico, nel cui resoconto di viaggio si rinviene una minuziosa descrizione dell’antico forte di Nizwa che tutt’oggi torreggia sulla città e da cui si gode di una vista affascinante. 

A poche ore di macchina da Nizwa si inforca la strada sterrata che conduce a Jabal Al Shams, il monte più alto dell’Oman. Dai suoi 2000 metri di altezza si dipana il canyon roccioso, di cui si può percorrere il bordo dalle sporgenze mozzafiato. Lo scenario cambia ancora, muta la natura circostante, cambiano le temperature. Le alture di Jabal Shams permettono a chi si accampa qui per la notte di mettere in atto tre strategie: portare in valigia la giacca con le piume d’oca, rimanere trincerati in auto, o dormire in tenda consapevoli che nel periodo invernale in quest’area si possono raggiungere anche i -5 gradi. Qualsiasi sia la scelta per cui si opta, dormire sui fianchi dei monti Hajar è un regalo. Per la mente che si distende con il calar del sole tra i pendii rocciosi; per il corpo, che respira l’aria fine di montagna; per gli occhi, che rimangono incantati alla vista dell’incredibile paesaggio. Ma soprattutto per il cuore, se l’esperienza è stata vissuta con chi ha scelto di condividerla.

 

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