Sul cielo compare la luna nuova e le città del Medioriente, del Sud Est asiatico e del continente africano sembrano lentamente risvegliarsi dal torpore del mese di preghiere, devozione ed autocontrollo che segnano da secoli il periodo di Ramadan.
È l’alba del primo giorno di Shawal, il nono mese del calendario lunare.
Pur se regolata in base ai cicli lunari e dunque variabile da Paese a Paese a seconda del posizionamento geografico di ognuno di essi, la festività di Eid Al Fitr rimane tra le più sentite dalla comunità musulmana di tutto il mondo perché scandita dalla celebrazione dei sacri doveri e dalla rottura del severo digiuno osservato per tutti i trenta giorni precedenti.
Nella gerarchia dei momenti più importanti della vita religiosa di un musulmano Eid al Fitr è seconda soltanto all’Eid al-Adha, la “festa del sacrificio” che pone fine all’Hajj, il pellegrinaggio a La Mecca che ogni fedele deve compiere almeno una volta nella vita.
Ma quali tradizioni scandiscono la giornata del festeggiamento?
La celebrazione di fine digiuno inizia con la preghiera Salat al-Fajr e solo dopo le funzioni, svolte sia in casa che nelle moschee, ci si organizza per trascorrere il pranzo in famiglia. Questo pasto, in particolare, è di ampia valenza rituale proprio perchè è il primo dopo il mese di digiuno osservato nelle ore diurne. Ed ecco quindi che, in molti Paesi, si banchetta con il tipico Maamoul, dolce tradizionale della cucina araba composto da pasta frolla farcita di fichi o frutta secca, pistacchi o mandorle.
In occasione del giorno di rottura del digiuno le tavole saudite e irachene vengono imbandite di datteri, frutti prediletti soprattuto per il Suhoor, lo spuntino che precede l’inizio del digiuno, ma anche di Bint al Sahn, la tipica torta al miele, e di Kleicha, biscotti al gusto di rosa dal ripieno di noci, mentre nelle cucine turche si preparano baklava, pasticcini e biscotti ripieni.
Oltre alle tradizioni universali tipiche delle giornate di Eid, ce ne sono anche di più bizzarre.
In Afghanistan il momento clou delle celebrazioni è rappresentato dai combattimenti con le uova: dopo averne acquistate in gran numero, ognuno le farà bollire e le dipingerà per poter poi partecipare ad un noto gioco popolare, il Tokhm-Jang, il cui obiettivo è rompere l’uovo dell’avversario mantenendo il proprio intatto.
Eid al Fitr è dunque la festa della condivisione e della convivialità ed è con questo spirito che in Malesia si usa lasciare le porte delle proprie case aperte per accogliere chiunque avesse bisogno di un pasto, rigorosamente a base di gnocchi di riso e Rendang, o chi fosse semplicemente in cerca di compagnia.
In Indonesia il giorno della rottura definitiva del digiuno, localmente conosciuto come Lebaran, è ritenuto tra le feste più sentite e viene celebrato attraverso la tradizione del “Mudik”, il ritorno a casa di coloro che hanno lasciato il proprio paese d’origine per lavorare nelle grandi città.
Non solo tavole imbandite quindi, ma tante altre sono tradizioni tipiche delle tre giornate di Eid tra cui quella di andare a fare visita ai defunti dopo la preghiera del mattino o di donare denaro in beneficenza in modo che anche le famiglie meno fortunate possano godersi i festeggiamenti.
Qualunque sia l’usanza praticata e dovunque si festeggi, l’augurio rivolto agli amici ed ai propri cari sarà sicuramente quello di ’”Eid Mubarak!“, “benedetto Eid!”.

Responsabile Editoriale Dubaitaly, content e copywriter.