C’è aria di festa per le strade di Dubai, la città si è tinta un pò ovunque dei colori della bandiera emiratina, gigantografie della famiglia reale si affacciano sparse sulla Sheikh Zayed, l’arteria principale della città e si avverte nell’aria: gli Emirati come di consuetudine, ormai, sono pronti a lasciare senza fiato chi assisterà agli spettacolari eventi previsti per il 2 dicembre in occasione della Giornata Nazionale del Paese. Quest’anno poi, gli EAU celebrano in una cornice particolare, in concomitanza con il cinquantenario della Nazione ed alla presenza degli oltre 190 Paesi ospitati presso Expo 2020.
Tra questi anche l’Italia che si unisce alle celebrazioni del Paese amico, riconoscendo i passi da gigante da questo compiuti da quando dalle lande desertiche inizia ad emergere quella che sarebbe diventata la perla commerciale del medio oriente.
Noi di Dubaitaly abbiamo chiesto a Paolo Glisenti, Commissario Generale di Sezione dell’Italia per Expo 2020 Dubai che significato assuma per l’Italia essere presenti in territorio emiratino in concomitanza con la Giornata Nazionale degli EAU e quali siano finora le percezioni relative a questo Expo 2020.
Expo 2020 sembra aver offerto all’Italia opportunità che il Paese ha certamente saputo cogliere, in cosa differisce l’edizione 2020 dell’Esposizione Universale da quella del 2015 di Milano?
Io ne vedo una sorta di continuità: l’Italia ha seguito l’evoluzione di tutta Expo 2015. Un’evoluzione verso quella che si chiama architettura narrativa, i padiglioni, non solo quello Italia sono divenuti elementi di racconto, di rappresentazione di proposta delle identità nazionali anche negli aspetti architettonici non solo di contenuti, un’evoluzione di Expo come piattaforma sempre meno espositiva e sempre più rappresentativa delle identità nazionali. A Milano, nel 2015, il tema centrale era quello dell’alimentazione, della produzione e della distribuzione agroalimentare. Expo 2020 ha ad oggetto la sostenibilità che ingloba, in qualche modo, anche il settore agroalimentare non solo in termini di distribuzione e uguaglianza ma di rigenerazione ambientale. Il nostro padiglione sposa tale approccio, esponendo modelli di agricoltura innovativa attuabile anche a distanza ed in Paesi dai territori desertici o come negli Emirati in cui l’acqua presente è un acqua “cattiva”, come si dice in gergo, perché salina.
Rispetto a Milano abbiamo spostato la discussione dall’asse della distribuzione alla sostenibilità e capacità dell’agroalimentare di diventare elemento ricostruttivo dell’ambiente.
Altro tema che differenzia le due edizioni, quello dei giovani e della formazione di nuove competenze, rafforzato e maggiormente approfondito rispetto all’Expo di Milano. Del resto, i visitatori di Expo 2020 provengono perlopiù da Paesi giovani ed hanno un’età media di 28 anni, motivo per il quale l’agenda è stata volutamente tarata e programmata su tematiche di interesse giovanile.
Quale è il suo personale giudizio sulle prestazioni del Padiglione Italia ad oggi? Si può ritenere soddisfatto?
Siamo molto soddisfatti. Se ne parla tanto in giro per il mondo ed il Padiglione Italia è uno dei più visitati.
Mi colpisce tra tutti i dati quello relativo agli ascolti su social e web, oltre 5 milioni di contatti, il che rende il Padiglione Italia primo tra tutti i Paesi presenti ad Expo per numero di follower sui social.
Siamo stati in grado di generare un’attenzione globale significativa e questo perché i contenuti espressi dal nostro Padiglione Italia suscitano interesse non solo per chi lo visita di persona ma anche per chi lo fa a distanza ed è interessato al messaggio e alle tematiche da noi affrontate. Il tutto unito, poi, ad un design all’avanguardia in termini di quella che chiamo architettura narrativa cioè di questa nuova architettura che con Expo Dubai si afferma come racconto delle identità nazionali. Proprio in queste ultime ore abbiamo lanciato la visita virtuale del Padiglione che permette a tutti in tutto il mondo di partecipare anche senza esserci.
Gli Emirati Arabi si preparano ai festeggiamenti per la Giornata Nazionale del Paese. Che valore ha per l’Italia essere presente in territorio emiratino in concomitanza di questo importante evento?
Essere presenti qui, oggi, ha un doppio valore. Il primo bilaterale: la nostra partecipazione in questi sei mesi rafforza e rilancia i rapporti con gli Emirati su più fronti, soprattutto in termini di diplomazia culturale, educativa e scientifica, tre grandi ambiti di collaborazione consolidati dai numerosi incontri con ministri emiratini, anche in altre sedi diverse da quella di Expo. Ma la nostra presenza qui, poi, ha un significato importante anche per ciò che concerne le relazioni multilaterali che fanno perno sul ruolo svolto dagli emirati in questi ultimi anni. Un ruolo di frontiera del cambiamento e di cerniera tra vari Paesi dell’Africa settentrionale e del Sud est asiatico così come tra i Paesi del mediterraneo allargato, divenendo un punto di confronto e connessione. L’Italia, dal canto suo, sta sfruttando le opportunità offerte da Expo, un contesto di scambio e confronto continuo in un luogo prolifico come quello degli Emirati, soprattutto nel periodo post-pandemico e di ripresa del ciclo economico e commerciale.

Responsabile Editoriale Dubaitaly, content e copywriter.