L’aumento delle temperature e gli eventi meteorologici estremi provocati dai cambiamenti climatici in corso stanno mettendo sempre più in difficoltà l’agricoltura e interrompono sempre più spesso la catena di fornitura del cibo. Eppure la popolazione mondiale è prevista in aumento a 9,7 miliardi di persone nel 2050, secondo recenti studi dell’ONU.
Per questi motivi in alcuni dei luoghi più aridi del mondo gli scienziati stanno sperimentando soluzioni “a prova di futuro” per aumentare la produzione alimentare locale, introducendo piante che prosperano anche in terreni meno fertili, sabbiosi e salini, con scarsa disponibilità di acqua dolce e con temperature elevate. È il caso del deserto di Dubai, dove l’International Center of Biosaline Agriculture (ICBA) sta trapiantando e coltivando superfood che sopportano l’alta presenza di sale del terreno, nel tentativo di espandere la diversità alimentare nella regione.
L’agricoltura del deserto esiste da migliaia di anni, ma non tutte le piante di queste aree forniscono il nutrimento necessario per una popolazione in crescita. L’ICBA, ente senza fini di lucro lanciato negli Emirati Arabi Uniti nel 1999, ha avviato una ricerca per trovare colture altamente nutrienti in tutto il mondo – il centro oggi vanta una collezione unica di oltre 13 mila semi – che possano adattarsi e sopravvivere in condizioni climatiche estreme come quelle del deserto di Dubai e prosperare se coltivate utilizzando acqua di mare e salamoia di scarto da progetti di desalinizzazione.
Il nuovo programma a Dubai ha introdotto nel deserto colture non tradizionali come la quinoa delle Ande sudamericane. Gli scienziati del Centro hanno testato oltre 1.200 varietà di quinoa, di cui cinque possono crescere in queste condizioni estreme. Gli agricoltori in più di 10 paesi del Medio Oriente e del Nord Africa stanno già producendo il superfood e l’ICBA lo sta introducendo nelle comunità rurali dell’Asia centrale. Un’altra coltura sperimentata a Dubai, poco conosciuta finora al di fuori di alcune parti d’Europa e del Nord America, è la salicornia, una pianta degli Stati Uniti meridionali, chiamata anche asparago di mare, che ha bisogno di acqua salina per crescere. Ora è stata trasportata anche nel deserto di Dubai, dove è fiorente. Il Centro la considera il “supereroe del deserto” grazie alla sua adattabilità e versatilità. La coltura è utilizzata per la produzione alimentare ed è in fase di sperimentazione come biocarburante.
L’ICBA attualmente produce circa 200 chilogrammi di quinoa e 500 chilogrammi di salicornia per la ricerca e la semina, lavorando anche con un’azienda alimentare di Dubai per sviluppare prodotti alimentari a base di salicornia, con l’obiettivo di aumentarne il consumo da parte dei consumatori. Altre colture tolleranti al sale che quindi prosperano bene anche in ambienti marginali del Pianeta sono l’orzo, il miglio perlato, il sorgo, il fagiolo con l’occhio e la buffalo grass, un’erba perenne originaria delle grandi pianure del Montana.
“Ripensare ai tipi di alimenti coltivati dagli agricoltori può avere un impatto a lungo termine in questi ambienti”, dichiara Dionysia Angeliki Lyra, agronoma dell’ICBA. Il centro ora sta cercando di adattare le sue tecniche in Asia centrale e nell’Africa subsahariana, con l’obiettivo di portare la diversificazione delle colture e la produttività dell’uso dell’acqua desalinizzata in aree con gravi problemi di salinità.

The Dubaitaly Press Team
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