Il paradosso triste del Damas Tree: una delle pochissime piante tipiche di questa parte di mondo (è originario di Africa e Yemen), proprio per le caratteristiche che ne hanno consentito la sopravvivenza lungo le coste e nelle aree fluviali di zone climatiche calde e assolate, è da qualche anno diventata oggetto di periodiche campagne per la rimozione, sponsorizzate e promosse da importanti gruppi di costruttori locali e dalla Municipality di Dubai.
Il Damas Tree è infatti dotato di radici nodose e forti che continuano a espandersi in larghezza e in profondità, anche quando l’albero è tagliato, alla ricerca di acqua e nutrimento che non troverebbe facilmente in condizioni naturali. Inoltre le chiome frondose e rinfrescanti hanno un ricambio frequente di foglie, fiori e semi, soprattutto quando acqua e fertilizzante non mancano.
Tali caratteristiche, vitali appunto per la sopravvivenza nelle zone di origine, una volta che i giovani virgulti vennero profusamente piantati in alcune, all’epoca, nuovissime aree residenziali di Dubai, hanno consentito alle piantine regolarmente annaffiate di crescere in maniera impressionante, diventando in pochissimi anni sì molto belle, verdi, rigogliose, ombreggianti, ma anche causa di danni pesanti provocati dalle radici e da foglie, fiori e semi caduti a strutture, condutture, sistemi di irrigazione e tubature (con bollette DEWA incrementate del 1000% prima di individuare la causa), piscine interrate, mura e muretti perimetrali, strade, sentieri e persino ai giardini, dei quali letteralmente divorano ogni risorsa nutritiva.
Dal 2012, periodicamente viene riproposta la campagna “Say No to Damas”, che invita a rivolgersi a compagnie specializzate nella rimozione completa e nello smaltimento corretto delle piante ancora presenti. Il costo della rimozione di un Damas Tree può arrivare a sfiorare i 1000 aed, una cifra non insignificante, ma comunque minima rispetto ai costi necessari per porre rimedio ai danni apportati o, meglio ancora, per prevenirli.
Nata a Roma, una laurea in Ingegneria meccanica biomedica, dopo una carriera in multinazionali del settore IT lavora da parecchi anni come traduttrice professionale free-lance. Ha un diploma in Interior design ed è fra le prime socie fondatrici del Club Soroptimist International Gulf-Dubai, il primo in assoluto in questa parte di mondo. Ama Dubai con tutte le sue contraddizioni, anche perché qui è nata la sua bambina ed è qui che sono stati adottati quattro dei sei gatti che compongono il suo nucleo familiare. Desidera condividere le proprie esperienze in questa città a volte stancante, ma sempre sorprendente, con gli expat, Italiani e non, che continuano ad arrivare a Dubai.