*Questo articolo è stato gentilmente concesso da Sail Magazine e tradotto in italiano
La scuola è iniziata e quest’anno i miei bimbi hanno cominciato il kindergarten, il che significa iniziare a dover acquistare cartelle e accessori per la scuola. Per lo shopping pre-scuola ho portato con me i miei bambini, in modo che potessero scegliere, e come da copione mia figlia ha scelto uno zainetto rosa di una delle principesse della Disney e mio figlio uno zainetto blu a tema Avengers. Ho provato a cercare qualche alternativa, per provare a far vedere loro qualcos’altro, fuori dai soliti stereotipi. Ma mentre mi guardavo intorno ho notato quanto siano limitate le opzioni, specialmente quando si tratta di colore e stile. Per mia figlia, il colore rosa è in ogni prodotti con , forse, l’unica alternativa del lilla. La sezione dei maschietti, invece, non si allontana di molto dal blu e ha sempre gli stereotipati temi delle macchine e dei supereroi.
Crescendo, mi piacerebbe che i miei figli potessero esplorare i propri gusti liberamente, cercando la loro vera identità, non seguendo quello che viene loro proposto. Tuttavia, essendo esposti ai mass media e al “grande pubblico”, sembra quasi impossibile poter trovare un proprio “stile” personale. Avere due gemelli, uno maschio e una femmina, significa che nella nostra famiglia non ci sono giocattoli o colori legati ad un solo genere; hanno dovuto condividere tutto. Siamo inoltre molto severi nel limitare l’uso della tv e dei tablet, almeno nei primi 3 anni della loro vita. Mentre li osservavo giocare e sviluppare i loro gusti, ho notato che ad un certo punto hanno cominciato a distinguersi in modelli comportamentali differenti e specifici. Nonostante la limitata esposizione a qualsiasi forma di media, mio figlio ha sviluppato un amore per le ruote, e mia figlia ha assunto il ruolo del “prendersi cura” e di custode della casa. Credo perciò che, tendenzialmente, questi siano tratti più o meno innati, che ci portiamo dietro dalla nascita. Credo però che sia importante trattare i nostri figli nello stesso modo e permettere loro di esplorare se stessi e svilupparsi in chi vogliono essere. Se dovessero poi sviluppare naturalmente i tipici tratti maschili e femminili, allora questo accadrà.
Ma lo shopping pre-scuola è stata anche un’esperienza per aprire gli occhi su quanto veniamo tutti condizionati, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. La norma è diventata idolatrare le principesse per le femmine e i supereroi per i maschi. Per questo è importante essere capaci di distinguere tra i tratti innati dei bimbi e i fattori esterni che li influenzano e condizionano.
Un altro esempio è quello di mio nipote che ama giocare con la cucina quando arriva a casa nostra. Tuttavia, quando volevamo regalargliene una, abbiamo notato quanto sia difficile trovarne di neutre, ovvero senza una connotazione di genere. La maggior parte delle cucine che si trovano sul mercato sono rosa oppure decorate con Barbie o Hello Kitty. Con queste limitate opzioni, tutto ciò guida naturalmente i bambini a giochi segregati in generi, che vengono commercializzati per loro.
E’ quindi importanti avere giochi e accessori per la scuola in tanti colori diversi e temi, nei quali i bambini possano liberamente identificarsi. I genitori e la scuola possono svolgere un ruolo importante nel garantire ai bambini un’esposizione a opzioni differenti, ma i negozi e tutto il settore retail, sia privato che pubblico, dovrebbero prestare attenzione a questo e dare l’esempio. Dovrebbero collaborare per assicurarsi che articoli “non gender” siano inseriti sul mercato, e non lasciare spazio solo agli stereotipi tradizionali. Senza questo sostegno e con il bombardamento attuale di rosa e blu, che forse siamo un po’ tutti colpevoli di alimentare, è inevitabile che questa tendenza continuerà e i nostri figli cresceranno stretti ed imprigionati in ruoli predefiniti e creati apposta per loro.
Recruiter di giorno, scrittrice di notte e mamma di due gemelli, Bahar Al Awadhi ha una sete infinita di imparare. Nonostante una Laurea in Economia e Commercio in Canada e un master a Dubai, appena può continua a leggere e studiare. Le sue passioni spaziano dalla psicologia alla storia, dalla spiritualità alla medicina olistica, dai viaggi fino allo sport e al calcio. Le piace definirsi “un riflettore” che, attraverso i suoi pensieri e i suoi articoli, cerca di interpretare il pazzo e bellissimo mondo mondo nel quale tutti viviamo.