Cos’hanno Matera e Dubai in comune? All’apparenza nulla. Per storia, cultura, e sviluppo urbano, le due città non potrebbero essere più agli antipodi. Dubai è nata nel deserto del golfo arabo circa 200 anni fa e ha vissuto il suo periodo di massima espansione dopo l’unificazione degli Emirati avvenuta nel 1971. Matera è nata nel decimo millennio avanti cristo, ed è considerata una delle città abitate più antiche al mondo. Mentre Dubai si adorna di grattacieli futuristici, Matera rimane fedele ai suoi Sassi che sono stati riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Eppure, queste due città cosi diverse tra di loro, hanno deciso di collaborare insieme ad Expo 2020 per re-immaginare gli spazi urbani del futuro.
Tutto è nato quando Matera è stata riconosciuta come capitale europea della cultura nel 2019. Il prestigioso riconoscimento ha dato a Matera una visibilità mondiale. Pensate solo che nel 2019 le presenze turistiche in città sono incrementate del 33,4% rispetto a un anno prima. Ma l’importanza di Matera è cresciuta ulteriormente quando l’Unione Europea l’ha selezionata come partner per l’ambiziosa iniziativa “New European Bauhaus” (NEB).
Il NEB è un movimento nato a inizio 2021 che ha come obbiettivo quello di trasformare gli spazi urbani del futuro per renderli più accessibili, inclusivi, e sostenibili. L’unione europea ha ammirato il lavoro svolto da Matera nel recuperare i tanti luoghi inutilizzati della città. Un’esempio è il teatro nato sui rioni dei sassi che oggi ospita opere teatrali italiane di vario genere. Matera è riuscita a reintegrare nel proprio tessuto urbano spazi vuoti che per anni sono stati abbandonati al proprio destino.
All’apparenza, può sembrare complicato e alquanto irragionevole paragonare la situazione di Matera con quella di Dubai. In un luogo dove nuovi grattacieli spuntano come funghi in ogni dove, viene difficile pensare che ci possano essere similitudini. Eppure, alla radice, il progetto del NEB di cui Matera è sponsor, centra in pieno le questioni che si pone Dubai sul futuro dello sviluppo urbano.
Innanzitutto, bisogna comprendere la storia di questo Emirato. Per motivi geografici e ambientali, Dubai rischiava seriamente di rimanere una periferia del mondo globalizzato. Ovvio, le risorse petrolifere hanno rappresentato la chiave di volta dal punto di vista economico. Ma è stata la visione e la determinazione da parte di sua altezza Mohammed bin Rashid Al Maktoum a rendere Dubai una meta ambita non solo per i suoi pozzi ma anche per l’offerta di vita della città. Dubai ha saputo rigenerarsi e reinventarsi, da una colonia immersa nel vuoto del Deserto Arabico è riuscita a diventare una vera e propria metropoli internazionale. Seppur su scala diversa, la creatività che ha illuminato Dubai nel trasformare i propri spazi desertici è compatibile con l’ingegno che ha portato Matera a riqualificare i propri luoghi perduti.
Ma è sul futuro dello sviluppo urbano che le due città si possono realmente dare del tu. Entrambe si trovano ora a dover fare i conti con degli spazi urbani troppo pieni. Matera per motivi naturali – i sassi per anni sono stati terra di nessuno – mentre Dubai per questioni artificiali. Le due città si confronteranno al padiglione Italia il 30 Ottobre con l’intento di trovare soluzioni innovative a questo quesito. Come continuare a fornire spazi abitativi e ricreativi alla popolazione senza tuttavia diminuire la qualità di vita dei propri residenti? Ovviamente, ogni iniziativa dovrà essere trainata dalla sostenibilità ambientale, che giocherà un ruolo chiave nel progettare gli spazi urbani del futuro.
Da questo punto di vista, Dubai ha già compiuto un passo avanti importante con l’ideazione del Distretto 2020 che sorgerà nell’area Expo al termine dell’esibizione. Il Distretto 2020 andrà a riqualificare una zona inutilizzata che precedentemente veniva considerata periferica alla città di Dubai. Questo distretto non solo diventerà un luogo dove poter vivere e lavorare, ma punta anche a diventare uno dei luoghi più sostenibili al mondo tramite l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. È dunque possibile costruire un mondo dove zone periferiche ed inutilizzate riescano a trasformarsi in nuovi centri urbani sostenibili? Matera e Dubai sono chiamate a darci una risposta, e chissà se il recupero dei Sassi possa dare qualche spunto creativo anche a una megalopoli come Dubai.

Classe 1998, Andrea ha trascorso la propria adolescenza a Dubai, città in cui vive da quasi 9 anni. La passione e l’interesse verso la regione medio orientale lo hanno spinto a perseguire i suoi studi universitari alla New York University di Abu Dhabi, dove si è laureato nel 2020 con un BA in Scienze Politiche e Studi Legali. Attualmente si occupa di comunicazione per Expo 2020 tramite il sondaggista americano Frank Luntz.