Simbolo del Rinascimento italiano, dell’armonia scultorea, della forza giovanile.
La statua per eccellenza e capolavoro di incomparabile bellezza, sarà il fulcro del Padiglione Italia alla prossima fiera mondiale, Expo 2020 di Dubai. La scelta di esporre l’imponente statua dell’eroe biblico non risiede solo nell’intenzione di mostrare al pubblico la perfezione delle sue linee ma anche nel ricordare il significato che esprime.
La magia del colosso di 6 metri, di fatti, è quella di raccontare una storia nella storia: Quella dello scontro tra il giovane Davide e il suo avversario e quella del suo scultore, Michelangelo. Due storie unite dallo stesso epilogo, in cui determinazione ed intelletto permettono di vincere sfide apparentemente insormontabili. Davide nello scontro con il gigante Golia, Michelangelo alle prese con l’enorme blocco marmoreo da cui poi creerà il David. In entrambe le storie tutto gioca a sfavore dei protagonisti.
Siamo nel 1000 a.C. e Golia, il campione dei Filistei, sfida gli israeliti a inviare il loro miglior combattente e decidere l’esito della guerra in un unico scontro. Nessuno degli israeliti osa affrontare il temibile behemoth, tranne Davide. Armato solo di una fionda ed un sacchetto di pietre accetta di battersi con il ben addestrato gigante.
Mosso dalla stessa determinazione, il 9 settembre 1501 Michelangelo si mette all’opera armato di martello e scalpello, comincia a levigare il marmo con dei piccoli colpi per capire effettivamente quale fosse la condizione del materiale e quale approccio avrebbe dovuto adottare per portare a termine quello che sembrava un compito impossibile.
Entrambe le storie, come è ben noto, si concludono con un lieto fine: proprio quando Golia sferra il colpo per l’uccisione, Davide trova un punto vulnerabile nell’armatura del suo avversario e vi lancia una delle sue pietre che colpisce il gigante alla testa. Il colpo fatale determina la vittoria degli israeliti.
Il 23 giugno del 1503, dopo 3 anni di lavori ininterrotti, una grande folla assiste alla prima esposizione del Davide di Michelangelo. La scultura alta 5 metri e 17 centimetri pesa 5,6 tonnellate ed è ad oggi uno dei gioielli della scultura mondiale.
L’espressione accigliata, lo sguardo fiero e penetrante, virile ma aggraziato e senza timore, a 500 anni di distanza esprime un messaggio oggi più che mai attuale: la determinazione ed il coraggio di affrontare anche le sfide più dure, il trionfo del bene sul male. Ed è in virtù di questo messaggio che il David di Michelangelo troneggerà presso il padiglione Italia in occasione della Fiera Mondiale Expo 2020, perché ci ricordi dello spirito con cui sostenere le sfide che siamo chiamati ad affrontare, dalla lotta alla pandemia, a quella contro il cambiamento climatico, e non ultima quella dell’immigrazione.
L’obiettivo è quello di creare un “gemello digitale” del David. Venti anni fa, il dipartimento di computer grafica della Stanford University ha digitalizzato l’opera e ne ha fatto una copia 3-D utilizzando tecnologie che hanno permesso la produzione di repliche accurate in scala ridotta.

La cultura araba per gli splendidi minareti, la poesia senza tempo e gli innumerevoli luoghi di contemplazione. La corsa, per la dannata fatica che porta soddisfazione. Il cibo -montagne di cibo- perché avvicina e “fa casa” ovunque si è. I viaggi, per quel senso di non appartenenza a nessun luogo che sa di libertà. E poi scrivere, da sempre. Dopo una Laurea in Relazioni Internazionali, un Master in Business ed un’esperienza al Ministero degli Esteri, arriva a Dubai per un tirocinio di tre mesi, opportunità che ha aperto le porte ad una nuova e ben più lunga avventura.