Lo scollo ad archi ovali di richiamo alle porte arabe riprodotti sulla gonna dalla circonferenza di sei metri, interamente dipinta a mano e la texture che ricorda il logo di Expo, sono questi i dettagli del Best Dress del World Fashion Festival Awards di Dubai, appuntamento annuale del mondo della moda, sotto il cui ombrello convergono stilisti, scrittori, pittori, artisti locali e internazionali e professionisti del settore di tutto il mondo, tenutosi nelle giornate del 28, 29 e 30 ottobre.
Il vestito vincitore è italiano, perché italiana la sua disegnatrice: Silvia Actis che noi di Dubaitaly abbiamo avuto il piacere di intervistare.
Silvia, da dove nasce la tua passione per il disegno e per la moda?
Il primo giorno d’asilo mia mamma mi diede un grembiule con i bottoni a forma di matita quindi mi piace pensare che questo sia stato un segno del destino! Il disegno è sempre stato presente nella mia vita sin da quando ero bambina. Scarabocchiavo sui quaderni e disegnavo in ogni momento. Mi sono iscritta al Liceo artistico e poi all’Accademia di Belle Arti. Ho sempre avuto le idee molto chiare su quello che avrei voluto fare da grande: disegnare abiti. Il mio motto è: “La mia vita in una matita.”
Quale è stato il percorso che ti ha condotto fino alla partecipazione al world fashion festival di Dubai?
Negli ultimi anni di studio in Accademia, lavoravo per pagarmi le tasse universitarie, come molti. Una volta laureata ho cercato di farmi strada nel difficile mondo della moda, utilizzando i miei risparmi per creare collezioni di moda da presentare a concorsi e sfilate, (i primi abiti che ho creato risalgono al 2009 quando avevo 19 anni , ho creato capsules collections per 5 anni durante l’università ). Ho sfilato a Montecarlo, a Milano, all’Isola d’Elba, a Roma, a Dubai. Nel 2019 ho vinto un premio durante un contest svoltosi a Barolo grazie ad una capsule collection chiamata “Made with care ” dove ho presentato 5 capi realizzati ispirandomi a 5 problemi legati alla tutela dell’ambiente e all’impatto terribile del fast fashion sull’ambiente. Questo premio mi ha portata a fare un viaggio in Cina a Whenzou nel novembre 2019. Un viaggio che avrebbe dovuto aprirmi le giuste porte per farmi strada con il mio brand, ma causa covid, subito dopo il mio ritorno, si è fermato tutto il mondo.
Nel 2020, durante la pandemia, ho continuare a creare ed ho deciso di partecipare a questo contest online indetto dal World Fashion Festival Awards di Dubai, aggiudicandomi il primo premio come “Best Dress” con un abito realizzato ispirandomi al tema di Expo 2020 ” connecting minds creating the future “.
Quali credi siano stati gli elementi che ti hanno permesso di conquistare il premio di questa importante competizione?
Il concept della mia collezione chiamata ” Al-wasl “ che significa “connessione” e che è anche il nome stesso del tema di Expo 2020, è stato pensato per rendere omaggio a questo importante evento mondiale che appunto, unisce le persone. Ho deciso di portare questo concept perchè mai come oggi, in questa difficile situazione mondiale legata al Covid, c’era il bisogno di creare qualcosa che potesse rappresentare l’unione tra le persone di tutto il mondo. Ho quindi letto il tema che parte da un anello di 6000 anni fa, ritrovato nel deserto tra Dubai e Abu Dhabi che indica appunto una connessione. L’ispirazione nasce dal voler creare abiti che partendo dalla storia si fondono con l’arte architettonica, dando vita a qualcosa che parla di attualità.
L’ abito vincitore è un abito da sposa a cupola che ho creato prendendo come riferimento il padiglione di accoglienza dell’Expo (Al- Wasl ).
Cosa deriverà da questa vittoria e quali aspettative nutri per il futuro?
Durante i 3 giorni di festival ho ricevuto innumerevoli complimenti e feedback positivi da parte di esperti del settore della moda: dalla vice presidente della Shanghai fashion week, a persone in vista di Dubai che sono interessate al mio brand. Il mio obiettivo è quello di entrare nel mercato di Dubai e degli Emirati Arabi. I miei abiti sono già stati scelti per essere esposti in ateliers di Abu Dhabi e spero che questo sia solo l’inizio di un percorso che possa portarmi ad espandere il mio brand in tutto il mondo, partendo dalla magica Dubai.
Quale messaggio trasmetteresti a chi intraprenderà il tuo stesso percorso o ha la stessa passione?
A chi decide di intraprendere questo percorso posso solo dire che ci vuole spirito di sacrificio, determinazione, costanza. Soprattutto se, come nel mio caso, si parte da zero con la sola passione per questo lavoro. Quando arrivano i frutti di tutti gli sforzi fatti negli anni, però, la soddisfazione è infinita. E diventa motivo per salire ancora più in alto.
” Tutto ciò che si può sognare, si può fare” insegna Walt Disney!
Ma la mia frase preferita è quella di Papa Giovanni Paolo II: “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”. Ecco cosa direi a tutti coloro che vogliono seguire il mio stesso sogno.

La cultura araba per gli splendidi minareti, la poesia senza tempo e gli innumerevoli luoghi di contemplazione. La corsa, per la dannata fatica che porta soddisfazione. Il cibo -montagne di cibo- perché avvicina e “fa casa” ovunque si è. I viaggi, per quel senso di non appartenenza a nessun luogo che sa di libertà. E poi scrivere, da sempre. Dopo una Laurea in Relazioni Internazionali, un Master in Business ed un’esperienza al Ministero degli Esteri, arriva a Dubai per un tirocinio di tre mesi, opportunità che ha aperto le porte ad una nuova e ben più lunga avventura.