Gli italiani a Dubai potranno anche non conoscere il suo nome, ma i suoi cornetti sono una leggenda e il suo locale è il punto di ritrovo per eccellenza della comunità italiana: durante il fine settimana, soprattutto, la colazione da Golositalia è ormai un’istituzione, un po’ come scendere nella piazzetta del paese o entrare nel bar di quartiere. E poi pizze e pizzette, lasagna e parmigiana, granite e gelati: sapori di “casa” a qualunque ora del giorno, resi ancora più speciali dall’accoglienza che Sebastiano e il suo staff riserva agli avventori.
Come sei arrivato a Dubai e quando?
Per sbaglio, nel gennaio 2012. Pensavo da un po’ di tempo di andare via dalla Sicilia e aprire qualcosa da qualche parte nel mondo dove avrei potuto lavorare ma anche godermi la vita.
Tramite un’amica di mia sorella organizzo una vacanza di 7 giorni durante i quali fisso degli appuntamenti per aprire società di “food”, nello specifico: pasticceria siciliana.
Naturalmente le domande che mi sono fatto sono state tante, più vivi Dubai più ti rendi conto che devi avventurarti, conoscere le abitudini e le varie realtà presenti.
Dovevo anche capire cosa volevo fare di preciso e chi doveva essere il mio cliente “tipo”: mi sono reso conto che la mia idea di prodotto era indirizzata agli italiani residenti in questa città e ai turisti che arrivano numerosi, ogni anno di più. Ho girato molto, mi sono goduto la città approfittandone per parlare con più gente possibile. Grazie a questo mi sono reso conto che il mio target si concentrava tra JLT e Marina ed ho iniziato la mia ricerca in questi quartieri. Proprio l’ultimo giorno, mentre mi stavo recando ad un meeting a JLT, mentre attraversavo una strada, ho trovato il posto giusto per aprire la mia attività. E’ dove si trova tutt’ora.
Ad aprile 2012 inizio a definire il progetto pensando di aprire a giugno dello stesso anno, ma alcuni intoppi mi hanno portato ad aprire effettivamente la mia attività nel maggio 2013.
Perché hai scelto di fermarti a Dubai?
Mi è scattata una molla dentro! Mi sono chiesto se potessi immaginarla come “casa” e mi sono risposto “perché no”! Mentirei se non dicessi che, inizialmente, anche l’assenza di tasse sul reddito ha influito sulla mia scelta! -(E fa una risata)-. Inizialmente ho dovuto lottare anche perché mi chiedevo spesso come mai non esistesse già qualcosa di simile a quello che volevo fare io e avevo paura che non funzionasse. Adesso sono indubbiamente più tranquillo, mi sento sicuro del mio lavoro e mi sento a casa.
Quali sono state le maggiori sfide che hai dovuto affrontare?
Prima di tutto la lingua inglese, inizialmente ho fatto un po’ fatica, non lo nego.
Ho impiegato circa un anno per “settarmi”.
Poi ho dovuto affrontare la differenza culturale, i clienti provenienti da tutte le parti d’Italia e del mondo e adeguarmi alle loro esigenze.
Ho dovuto trovare dei collaboratori idonei per portare avanti la mia “vision” e di conseguenza istruirli, soprattutto alla puntualità.
Mi sono anche scontrato con la difficoltà di voler inserire un prodotto artigianale e quindi “acculturare” i clienti… è stata una bella avventura.
La sfida più grande però è stata con me stesso, ho dovuto allargare la mia visione delle cose, staccarmi da quella mentalità che aveva caratterizzato tutta la mia vita fino a quel momento, modificare il mio modo di lavorare… Pensa, mi ero detto che non avrei mai messo le uova nel menù perché non rientravano nella mia idea di “colazione all’italiana”, e invece ora mi ritrovo a preparare in vari modi circa 2500 uova al mese solo per le colazioni. Come dicevo è stata una bella avventura!
Quali le tue maggiori soddisfazioni?
Tantissime, naturalmente prima di tutto quella economica: si lavora per guadagnare! Ma anche vedere arrivare un cliente non italiano che ti chiede il panettone, perché sei stato tu ad averglielo fatto conoscere ed apprezzare; o lo straniero che ti chiede la granita siciliana, grande orgoglio della mia terra, o il cliente italiano che ti dice che i cornetti, che prepariamo con tanta passione, sono più buoni di quelli che si trovano in Italia.
L’emozione più grande, però, ce l’ho quando vedo il locale pieno di clienti soddisfatti e penso che tutto questo l’ho creato io!
Diventare un riferimento come un albero di Natale, essere la piazzetta siciliana a Dubai dove la gente ha il piacere di stare insieme, mi riempie il cuore.
Cosa ami particolarmente di Dubai?
La cosa che mi ha colpito di più è la sicurezza: la mia famiglia è al sicuro e la multiculturalità un arricchimento.
Vero che “Casa”, quella con la “C” maiuscola, a volte manca, ma qui ti rendi conto che vivere sereni è un valore aggiunto.
La seconda cosa è il clima, passare l’inverno in modo diverso è certamente un plus.
A cosa devi il tuo successo?
Fato, fortuna, idea giusta!?! Devo indubbiamente molto all’educazione ricevuta dai miei genitori ed al rispetto per il lavoro che mi hanno trasmesso, agli zii che mi hanno insegnato ad essere un pasticcere, a chi mi ha aiutato ad aprire la società, a mia moglie che mi ha supportato e alla sicurezza a casa, che mi consente di lavorare in serenità.
Cosa consiglieresti a un giovane che volesse venire a Dubai a fare il tuo lavoro?
Non lo consiglio da dipendente, gli consiglio di specializzarsi in qualcosa in Europa e venire qui ben qualificato, qui si chiedono specializzazioni di alto livello.
Consiglio inoltre di non perdere la propria identità e avere costanza. Importante è anche avere “le spalle coperte” per investire, perché i primi anni si perde, e questo rischia di essere demotivante.

The Dubaitaly Press Team
Dubaitaly è il magazine online degli italiani a Dubai che dal 2014 propone news, informazioni, consigli e servizi personalizzati per chi vuole trasferirsi, chi è appena arrivato, chi vive negli Emirati da tempo, chi è solo di passaggio o chi, semplicemente, ama sia Dubai che il “Made in Italy”.